Karl Marx


 

Marx

L'analisi della religione
Marx apprezza l’analisi filosofica svolta da Feuerbach, la posizione Feuerbachiana però risulta insufficiente per Marx, perché non riesce a spiegare veramente l'origine dell'alienazione religiosa, ossia perché gli uomini tendono a creare Dio, proiettando in un essere trascendente le loro qualità fondamentali e cioè quelle che costituiscono l'essenza stessa dell'umanità. Secondo Marx gli uomini sono portati a trasferire il proprio essere in un principio religioso esterno perché stanno male nella realtà in cui sono costretti a vivere. Nella religione, infatti, si riflette il bisogno di consolazione dell'uomo sofferente e oppresso nella vita sociale. La religione è dunque la coscienza capovolta del mondo e nello stesso tempo l'oppio del popolo. Al contrario di Feuerbach per Marx non è la religione che favorisce l'instaurarsi della dipendenza e dello sfruttamento, ma è la condizione di sfruttamento che fa sì che l'uomo crei, attraverso la religione una dimensione alternativa grazie alla quale poter continuare a vivere e a sperare. Secondo Marx per migliorare la condizione degli uomini è necessario passare dalla critica della teologia alla critica della società e degli ingiusti rapporti di potere su cui si fonda.
l'alienazione del prodotto e dall'attività lavorativa
Uno dei primi problemi che Marx affronta è quello di ricercare le radici profonde dell'alienazione che Feuerbach aveva interpretato soltanto in chiave religiosa. Marx afferma che l'alienazione non è un fenomeno spirituale in virtù del quale l'uomo si lega a una religione ossia si sottomette a una chiesa, ma è un fatto concreto, l’espressione storica di quella disumanizzazione che caratterizza i rapporti lavorativi nella società capitalistica. Il filosofo individua quattro aspetti fondamentali dell'alienazione dell'operaio. In primo luogo, è alienato nei confronti del prodotto della sua attività. Il sistema capitalistico, infatti, implica che il lavoratore produca oggetti che non gli appartengono. Le cose create costituiscono una potenza estranea. In secondo luogo, l'operaio è alienato rispetto alla sua attività. Il lavoro assume un carattere costrittivo, diventa lavoro forzato, e l'operaio è obbligato a vendere la propria prestazione a causa delle condizioni di indigenza sempre più gravi in cui versa la sua classe, è ridotto a schiavo di un altro uomo.
l'alienazione dell'operaio dalla propria essenza e dai propri simili
L'operaio si trova espropriato di qualcosa che costituisce la sua stessa essenza. Secondo Marx l'uomo è un essere che realizza compiutamente la propria essenza soltanto nel lavoro attraverso cui si appropria della natura, creando un universo dotato di senso per sé e per gli altri. Nel sistema capitalistico però il lavoro perde tale connotazione positiva, non è più l'ambito di realizzazione della libertà e della creatività ma diventa una modalità di sfruttamento in cui si assiste alla riduzione a cosa del lavoratore e al suo progressivo abbrutimento. L'ultima modalità di alienazione è l'alienazione dell'operaio nei confronti dei suoi simili. Nel sistema produttivo capitalistico, infatti, il lavoratore è escluso da ogni forma di vita sociale autenticamente umana. Il salariato si relaziona soltanto con il capitalista che è proprietario non solo dell'oggetto del lavoro ma dell'attività di colui che produce e dunque della sua esistenza e della sua umanità
il superamento dell'alienazione
Secondo Marx per uscire dallo stato di alienazione e asservimento non è sufficiente esercitare una funzione critica, elaborare teorie e speculazioni astratte nella speranza che queste condizionino la coscienza dei governanti e influenzino la loro azione sociale. è indispensabile invece modificare la base materiale della società. Questo significa individuare e sradicare la causa che ha determinato la condizione di alienazione. C'è la prima divisione tra il lavoro manuale e quello intellettuale che può essere considerata la precondizione della frantumazione della società in classi contrapposte. La divisione del lavoro da un lato ha generato ricchezza e progresso dall'altro ha provocato scissioni e disuguaglianze dando origine a quel sistema della proprietà che è alla base di ogni sfruttamento. In esso una minoranza di capitalisti detiene la proprietà dei mezzi impiegati per la produzione. se la condizione di alienazione dipende dal sistema dello sfruttamento il suo superamento implica necessariamente l'eliminazione della proprietà privata dei mezzi di produzione. Ciò comporta la negazione radicale della società borghese e delle sue istituzioni. Marx è molto critico nei confronti del moderno liberalismo non fa che sancire e giustificare l'egoismo e l'individualismo. I cittadini si trovano essere tutti uguali di fronte alla legge cioè di fronte allo stato ma differenti nella società civile. Sono uguali di diritto ma disuguali di fatto.
Non è sufficiente dunque pensare di riformare le istituzioni borghesi, perché il male della società è radicato nei suoi stessi principi di fondo. occorre promuovere una rivoluzione sociale, in cui abolita la proprietà privata dei mezzi di produzione e soppressa la divisione in classi. 
la critica alle posizioni della sinistra hegeliana
Il tema del superamento dell'alienazione e delle modalità con cui è possibile attuarlo è il terreno sul quale si consuma il distacco tra Marx e il gruppo degli hegeliani di sinistra, a cui il filosofo si era accostato in un primo tempo negli anni parigini. Essi vengono accusati di emettere dei meri, belati filosofici e di non combattere il mondo realmente esistente. Tali pensatori tra cui Feuerbach sono consapevoli che sia indispensabile esercitare una critica serrata della realtà nel tentativo di ricondurla alla razionalità. Essi ritengono che tale compito possa essere assolto dalla filosofia, dalla teoria cioè dall'attività degli intellettuali è che la rivoluzione ideale sia in qualche modo premessa indispensabile di quella materiale. Secondo Marx al contrario se si confida nella possibilità di agire sulla realtà modificando le idee si incorre nello stesso errore di Hegel, che aveva capovolto i rapporti tra soggetto e predicato, tra spirituale e materiale facendo del concreto una manifestazione dell'astratto e della realtà effettuale una manifestazione dello spirito. Dome abbiamo detto per Marx non è sul piano delle idee della filosofia che si può ottenere un miglioramento delle condizioni sociali e materiali ma su quello della prassi rivoluzionaria. 

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