Freud

Freud

L'enorme rilevanza della psicoanalisi 


Sigmund Freud è il fondatore della psicoanalisi, disciplina che ha avuto un grande impatto sulla cultura, l'arte e la scienza nel XX secolo. La psicoanalisi rappresenta la terza grande rivoluzione occidentale dopo quelle di Copernico e Darwin, poiché ha radicalmente trasformato l'immagine dell'io, della coscienza e della personalità umana, rivelando l'esistenza dell'inconscio come una zona impenetrabile alla ragione.

La formazione di Freud

La psicoanalisi si differenzia dalla psichiatria dell'epoca, che cercava di spiegare la sofferenza mentale come conseguenza di lesioni cerebrali. Freud si forma a Vienna, frequentando il liceo e la facoltà di medicina, dove si interessa alle scienze naturali e alla dottrina di Darwin. Dopo la laurea in medicina, inizia a lavorare in vari laboratori di ricerca, approdando al reparto di malattie nervose dell'ospedale di Vienna. Qui, tra l'altro, sperimenta la cocaina, ma dopo la morte dell'amico che ne sviluppa una dipendenza, viene criticato per non aver tenuto conto degli effetti collaterali della sostanza. Questo episodio avrà un peso notevole sulla sua vita, come testimonierà lui stesso raccontando alcuni sogni ricorrenti.

I meccanismi di difesa del soggetto

Il metodo catartico, sviluppato da Freud e Breuer durante la loro collaborazione, ha aperto la strada alla psicoanalisi. Questo metodo viene utilizzato da Freud per scoprire la motivazione e il significato dei sintomi dell'isteria, non solo per curarli come faceva Breuer. L'ipotesi iniziale è che le reazioni emotive causate da eventi traumatici siano state bloccate e che, nonostante l'oblio degli eventi, continuino ad agire producendo sintomi patologici. Per curare questi sintomi, è necessario riattivare il ricordo dell'evento traumatico originario e permettere la libera manifestazione degli impulsi ad esso legati. Freud ipotizza che l'oblio sia causato dalla natura spiacevole dell'evento stesso, che suscita una reazione di difesa che porta la persona a eliminare il ricordo dalla coscienza. Freud estende questa ipotesi ad altre patologie nervose, come le nevrosi ossessive, e conclude che le patologie si sviluppano quando il soggetto vive un evento traumatico, ne fa l'oblio per difesa, viene impedito il deflusso della carica emotiva e l'energia rimasta inespressa determina la formazione dei sintomi.

 La scoperta della vita inconsapevole del soggetto 

In sintesi, Freud conclude dallo studio dell'isteria e dei casi di nevrosi che esistono processi psichici non consapevoli e che la vita psichica del soggetto è molto più ampia di quanto si pensasse tradizionalmente, con la coscienza che ha un ruolo marginale. La teoria della rimozione è importante per capire come vi siano eventi, pulsioni o tendenze che la persona desidera cancellare, ma che continuano ad agire nella psiche dell'individuo. Dopo la pubblicazione degli Studi sull'isteria, Freud si sottopone a una lunga autoanalisi per approfondire le sue ipotesi. Scopre che la sessualità ha un ruolo essenziale nell'insorgenza della patologia e che molti fatti dimenticati e rievocati grazie all'ipnosi sono legati alla sfera erotica. La rottura con Breuer è inevitabile a causa di idee innovative e sconvolgenti per l'epoca. L'interpretazione dei sogni, uno dei libri fondamentali del Novecento e il capolavoro di Freud, nasce dall'autoanalisi e dall'osservazione dei pazienti, confermando la sua teoria dell'esistenza di processi psichici non consapevoli.

Il significato dei sogni

In sintesi, Freud ha individuato nell'autoanalisi una via per accedere ai contenuti inconsapevoli della vita psichica, definendola come la dimensione dell'inconscio, e ha iniziato a utilizzare l'analisi dei sogni come mezzo per accedervi. I sogni sono stati considerati dagli antichi come presagi di eventi futuri, ma secondo Freud sono sintomi di desideri passati. Durante il sogno i desideri vengono camuffati, e il sogno è frutto di un'intensa attività psichica simile al processo di produzione di un'opera d'arte. Come le opere d'arte, i sogni hanno bisogno di essere interpretati, perché hanno un significato nascosto che occorre ricostruire con tecniche adeguate.

Il meccanismo di elaborazione dei sogni

Freud ha scoperto che i sogni hanno due livelli di significato: il contenuto manifesto, che è la scena onirica così come viene esposta e vissuta, e il contenuto latente, che è l'insieme di tendenze, idee e desideri inconsci che si esprimono attraverso la scena onirica in forma "travestita". Il contenuto manifesto trae le sue immagini in genere da avvenimenti recenti, mentre il contenuto latente può riferirsi a un tempo molto lontano, come la prima infanzia. Nel sogno ci sono elementi che tendono a tradursi e rivelarsi e un'attività di "censura" che limita la loro possibilità di espressione, il sogno è il risultato di un compromesso tra queste due forze. L'interpretazione dei sogni è difficile perché per accedere al contenuto latente bisogna superare le difese della psiche. Il sogno è per Freud il sintomo di desideri non realizzati, che sono stati rimossi dalla coscienza perché inaccettabili. I desideri vengono espressi in forma allusiva e simbolica e il materiale onirico deve essere sottoposto a un trattamento deformante che Freud definisce "lavoro onirico". Ci sono vari processi che l'elaborazione onirica utilizza per superare l'ostacolo della censura, come la drammatizzazione, la condensazione, la sovradeterminazione, la dispersione e lo spostamento. L'interpretazione dei sogni deve tenere conto di tutti questi fattori e deve cercare le connessioni tra il sogno e gli elementi rimossi, il che richiede la figura dell'analista che coopera con il paziente per raggiungere tale obiettivo.

La Psicopatologia della vita quotidiana 

Freud, attraverso l'autoanalisi, approfondisce i meccanismi della memoria e scopre che le forze che causano sintomi patologici e sogni si trovano anche in altri fenomeni psichici come i lapsus e gli atti mancati. Egli individua due fattori determinanti per questi fenomeni: l'intenzione conscia alterata e la tendenza inconscia che agisce sull'intenzione conscia. Anche il comportamento "vigile" può contenere elementi rivelatori di conflitti interni. Freud riferisce alcuni esempi di lapsus verbali e conclude che la causa di tali fenomeni è da ricercarsi in cause inconsce. Come nei sogni, ci sono elementi rimossi che tendono a venire alla luce e incontrano l'opposizione della censura. Comprendere le cause dei lapsus e degli atti mancati significa aprire la via che conduce all'inconscio e ai desideri, alle pulsioni e ai complessi rimossi, che possono provocare sofferenza e disturbi psicologici.

Le "zone" della psiche umana

In sintesi, Freud sosteneva che la psiche umana fosse complessa e composta da diversi sottosistemi. La coscienza, la parte consapevole della personalità, è solo una piccola parte della sfera psichica dell'uomo. Al di sotto della soglia di consapevolezza si trova l'inconscio, un grande serbatoio in cui sono confinati ricordi, desideri e impulsi considerati sconvenienti o immorali. Dall'inconscio si deve distinguere il preconscio, che si riferisce ai contenuti psichici latenti ma suscettibili di diventare consapevoli in qualsiasi momento. La differenza tra l'inconscio e il preconscio consiste nel fatto che nel primo ci sono elementi psichici rimossi permanentemente dalla coscienza, mentre nel secondo vi sono elementi solo momentaneamente dimenticati

Le due topiche freudiane

La teoria della psiche umana di Freud prevede tre sistemi distinti - coscienza, inconscio e preconscio - che compongono la "prima topica". Successivamente, con il testo "L'Io e l'Es" del 1923, Freud introduce una "seconda topica" che descrive le interazioni dinamiche tra i sistemi in modo più adeguato, tenendo conto delle relazioni tra il livello psichico e quello somatico. La seconda topica si concentra sulle funzioni e le istanze della psiche, piuttosto che sui luoghi e sui sistemi, e aiuta a comprendere fenomeni come la rimozione e la censura.

La seconda topica: le istanze della psiche 

Con la seconda topica, la psiche umana viene divisa in tre parti: l'Es, l'Io e il Super-io. L'Es rappresenta la dimensione pulsionale della vita del soggetto, che influenza profondamente la vita consapevole ma risulta in qualche modo estranea all'Io. Il Super-io rappresenta invece la coscienza morale, composta da divieti e prescrizioni impartiti dai genitori e dal mondo circostante, che il soggetto ha interiorizzato come modello ideale di comportamento. L'Io, invece, rappresenta la parte organizzata della psiche, che ha il compito di mediare e sintetizzare le altre due componenti. L'Io deve fare i conti con tre "padroni", ovvero l'Es, il Super-io e il mondo esterno, e può sviluppare angoscia in caso di estremo conflitto.

La formazione delle nevrosi

Secondo Freud, la struttura conflittuale della psiche è all'origine delle nevrosi. L'Io, influenzato dall'Es, dal Super-io e dalla realtà esterna, può perdere l'equilibrio. La nevrosi è uno squilibrio o disturbo della psiche. Un esempio è quello di una paziente di Freud che era segretamente innamorata del cognato e provò un sentimento di felicità alla morte della propria sorella, ma che fu respinto dal Super-io, portando alla manifestazione di sintomi isterici gravi. Freud crede che non ci sia una barriera invalicabile tra la psiche normale e quella nevrotica. Anche una persona normale può essere vulnerabile alle spinte contraddittorie dell'Es, del Super-io e della realtà. L'individuo normale riesce a comporre queste spinte, dando soddisfazione alle pulsioni dell'Es senza contravvenire alle norme del Super-io. Il matrimonio, la famiglia e la cura dei figli possono aiutare a raggiungere un equilibrio psichico. I sintomi nevrotici sono il risultato di un compromesso tra le pulsioni proibite e l'autorità che le reprime. Come il sogno, il lapsus e l'atto mancato, il sintomo è un linguaggio dell'inconscio che deve essere interpretato dallo psicoanalista.

Il metodo delle libere associazioni

Uno dei metodi fondamentali utilizzati da Freud per interpretare il linguaggio dell'inconscio è quello delle libere associazioni. In questo metodo, il paziente è invitato a raccontare tutto ciò che gli viene in mente in relazione ai singoli elementi del sogno, degli atti mancati, dei lapsus e dei sintomi, senza selezionarli o sceglierli. Il terapeuta offre alcuni spunti a cui il paziente deve rispondere con le proprie associazioni immaginative. In questo modo è possibile accedere alle regioni nascoste dell'inconscio senza incorrere nelle minacce punitive del Super-io. Tuttavia, il paziente può opporre resistenza alla cura poiché la rimozione dei ricordi spiacevoli è stata causata dalle stesse forze che li hanno segretati nella psiche. L'obiettivo del terapeuta è quello di forzare questa resistenza, liberare le energie represse e causare la nevrosi. Il flusso delle associazioni è "attratto" verso il complesso degli elementi rimossi, che svolgono la funzione di un campo gravitazionale per le altre rappresentazioni mentali.

La terapia psicoanalitica 

L'attività di interpretazione dell'analista in psicoanalisi si basa sui racconti del paziente riguardanti le sue esperienze emotive, sociali, intellettuali e altro. L'analista lavora principalmente sul linguaggio del paziente, ma deve anche considerare il suo comportamento, le sue esitazioni e le sue difficoltà relazionali. L'obiettivo della psicoanalisi è quello di decostruire le verità e le convinzioni apparenti per allargare la coscienza e riconquistare territori perduti dell'inconscio. La situazione analitica è il contesto in cui si svolgono le sedute di psicoanalisi e si stabilisce un patto tra medico e paziente in cui il paziente parla con sincerità e il medico ascolta e mantiene riserbo. La transfert, o traslazione affettiva, è una positiva interazione che si instaura tra i due soggetti e contribuisce al buon esito dell'analisi, in cui il paziente sviluppa sentimenti di amore nei confronti del medico. La deontologia professionale dello psicoanalista prevede di non farsi coinvolgere personalmente dai sentimenti del malato, ma di utilizzarli per risolvere il suo conflitto interiore.

L'innovativa concezione dell'istinto sessuale

La teoria freudiana della nevrosi si basa su pulsioni prevalentemente erotiche, che coinvolgono anche l'infanzia. La sessualità non si limita ai rapporti tra adulti per la procreazione, ma include anche impulsi e istinti che soddisfano i bisogni dell'organismo. Freud non accetta la tradizionale definizione della sessualità come oggetto di sesso opposto e finalità riproduttiva. Egli considera l'istinto sessuale come un insieme di pulsioni che tendono al piacere e alla soddisfazione, indipendentemente dall'oggetto e dalla finalità verso cui è "normalmente" rivolto. La variazione rispetto alla "norma" non è dovuta a un'anomalia dell'istinto, ma al fatto che può essere spinto a rivolgersi a un oggetto sostitutivo per motivi esterni o psichici particolari. La sessualità è vista come la molla principale dell'agire umano.

Il concetto di libido

La concezione dell'istinto sessuale di Freud come una forza indipendente dall'oggetto e dalla finalità specifica permette di collegare tre ambiti: la sessualità "normale", la "perversione" e la nevrosi. Le persone possono essere normali, pervertite o nevrotiche a seconda dell'evoluzione dell'istinto sessuale, che può subire variazioni. Freud parla di libido, un'energia specifica che può indirizzarsi a oggetti o a finalità molteplici e differenti e possiede il carattere della plasticità e del polimorfismo. La sessualità dei bambini è un aspetto in precedenza mai esplorato dalla psicologia, ma Freud ritiene che anche nell'infanzia siano attive le pulsioni erotiche, che si esprimono in gesti semplici e istintivi come la suzione del latte materno.

La teoria della sessualità infantile 

Freud sostiene che il bambino è un essere perverso polimorfo, poiché la sua pulsione sessuale non mira alla procreazione né al soddisfacimento della genitalità come negli adulti. Il neonato prova piacere erotico nella suzione della mammella e nel contatto con il corpo materno, e questo lo rende "deviante" rispetto alla concezione tradizionale dell'istinto sessuale. Il bambino attraversa diverse tappe di sviluppo psicosessuale: la fase orale, in cui la zona erogena è la bocca; la fase anale, in cui la zona erogena è l'ano; e la fase genitale, in cui la zona erogena sono gli organi sessuali, distinguendosi in fase fallica e genitale. Nel periodo di latenza, dai cinque-sei anni fino alla pubertà, si assiste a un'inibizione della sessualità, che poi ritorna con la pubertà in forme più mature e consolidate. Freud parla anche del complesso di castrazione, in cui il bambino prova paura e invidia per il pene, che diventa oggetto di attrazione. Anche la bambina subisce una forma di complesso di castrazione, poiché è attratta dal pene e ne vive la mancanza come una colpa.

Il complesso di Edipo

La teoria del complesso di Edipo è una delle più famose della psicoanalisi ed è connessa all'analisi delle tre zone erogene della sessualità infantile. Secondo Freud, durante la fase fallica, tra i tre e i cinque anni, il bambino sviluppa un attaccamento sessuale al genitore di sesso opposto. Il maschio sviluppa sentimenti ostili verso il padre e desidera avere la madre tutta per sé, mentre la femmina si sente attratta verso il padre escludendo la madre. Freud aggiunge che questi sentimenti sono spesso incoraggiati dai genitori. Il complesso di Edipo prende il nome dalla celebre tragedia greca Edipo Re di Sofocle e rappresenta la costellazione di emozioni sessuali che questa situazione comporta. Freud crede che ogni persona debba superare il complesso di Edipo per maturare sessualmente e raggiungere uno stato adulto e consapevole, spostando l'attrazione sessuale verso una meta esterna e identificandosi con l'altro genitore. Chi non riesce a superare completamente il complesso di Edipo può portare sentimenti di colpa e nostalgia che impediscono di vivere una sessualità matura e soddisfacente.

Totem e tabù

Le ultime opere di Freud si concentrano sull'analisi della società, dell'antropologia e della morale, usando il metodo psicoanalitico. Freud si focalizza sull'istituto del totemismo presente in molte società primitive, in cui i componenti della comunità sono divisi in unità totemiche caratterizzate da un animale sacro. Questo legame totemico implica una proibizione del matrimonio tra membri dello stesso gruppo totemico per evitare il rapporto incestuoso, ed è legato al concetto di tabù. Freud conclude che queste regole rigide e ferree esprimono la repressione di pulsioni umane, come la tendenza all'incesto, e costituiscono il nucleo originario delle norme sociali, morali e religiose create dagli uomini per proteggersi da impulsi considerati inaccettabili, elaborandoli collettivamente e rendendoli inoffensivi.

La civiltà e il suo fine 

Il testo discute del fine della civiltà, secondo la prospettiva di Freud. Secondo lui, gli uomini cercano la felicità, intesa come assenza di dolore e soddisfacimento dei bisogni. L'agire individuale è guidato dal principio di piacere, che tende a soddisfare immediatamente i propri desideri. Tuttavia, questo principio si scontra con il principio di realtà, che richiede spesso un differimento dell'appagamento del piacere o la sua subordinazione ad azioni specifiche. Il principio di realtà implica un esame della realtà della nostra fragilità, delle forze distruttive della natura, delle esigenze degli altri, il che può causare sforzo, sacrificio e infelicità. La civiltà è necessaria per limitare le pulsioni egoistiche, a-sociali e a-morali, ma inevitabilmente comporta anche repressione. Per controllare le pulsioni socialmente negative, la società si affianca alla figura paterna nell'opera educativa, contribuendo a rendere più efficace il Super-io privato attraverso un Super-io sociale che deve rafforzare la severità del primo.

La morale come male necessario 

Secondo Freud, la morale è l'effetto dell'imposizione sociale ed è fonte di limitazione per l'individuo, ma deve essere accettata come un "disagio" necessario per evitare l'esclusione dalla comunità. La civiltà, sebbene necessaria, limita l'individuo e implica una rinuncia alla soddisfazione di alcune tendenze per soddisfarne altre. Freud sottolinea i problemi legati allo sviluppo della civiltà e l'antagonismo tra felicità individuale ed esigenze dell'ordine sociale, ma riconosce la sua necessità.



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