Horkenheimer

Horkheimer

La concezione dialettica della realta sociale
La Scuola di Francoforte si concentra sulle tragedie storiche della prima metà del Novecento, come i regimi totalitari, la Seconda guerra mondiale e i campi di sterminio, oltre all'espansione della società dei consumi e delle comunicazioni di massa.
Gli obiettivi principali dei filosofi della Scuola sono l'aggiornamento degli strumenti teorici per analizzare la nuova realtà sociale, economica e culturale, e l'adattamento del marxismo alla configurazione della realtà contemporanea.
La concezione dialettica della società implica una contrapposizione al metodo scientifico delle scienze naturali o positive, che viene criticato per fornire un'immagine statica della realtà e della società, incapace di comprendere e risolvere le loro contraddizioni interne.
La posizione dei teorici francofortesi si differenzia da quella del marxismo "classico" riguardo alla scienza e alla tecnica. Mentre Marx le considerava indispensabili per lo sviluppo economico e sociale, i teorici francofortesi vedono la scienza come una forma di dominio, riducendo tutto ciò che analizza a oggetti controllabili e soggetti al proprio potere.
Le scienze fisiche sono citate come esempio di come la scienza miri a controllare e plasmare la natura in base ai propri interessi, riducendola a "cosa" (res) reificata.

La dialettica dell’ilimuminismo

• La scienza e la tecnica, originariamente strumenti di emancipazione, diventano fattori di repressione.
• L'uomo diventa schiavo della scienza e della tecnica, creando meccanismi incontrollabili.
• "La Dialettica dell'illuminismo" è un'opera della Scuola di Francoforte, scritta da Horkheimer e Adorno nel 1947.
• L'opera critica l'intera civiltà occidentale come una storia di regresso e imbarbarimento.
• Contrariamente alla visione ottimistica del progresso umano basato sulla scienza e la tecnica, l'illuminismo viene inteso come una mentalità operativa che confida esclusivamente nella ragione per ottenere il controllo della realtà.
• Horkheimer e Adorno si concentrano sulle forme di potere implicite nell'organizzazione razionale del lavoro capitalistico.
• L'illuminismo e la civiltà occidentale hanno portato a una forma paradossale di autodistruzione, in cui l'uomo domina se stesso e gli altri uomini attraverso il progresso scientifico e la pianificazione del lavoro sociale.
• L'organizzazione scientifica del lavoro e lo sfruttamento razionale della natura hanno aumentato la ricchezza materiale, ma anche l'infelicità degli individui, che sono sempre più repressi e sottomessi alle logiche della produzione e del consumo.
• La nuova servitù comporta la perdita di libertà e la negazione del piacere e della felicità.
• Sia l'operaio che l'imprenditore sono intrappolati nei ritmi frenetici del lavoro, impedendo loro di pensare a se stessi e ai propri bisogni.
• L'uomo industriale, nel suo crescente potere sulla natura, si è imprigionato imponendosi un'etica del guadagno e del profitto, che richiede il controllo delle passioni e la rinuncia al godimento immediato.

Ulisse e il destino dell’occidente

• Il capitolo della Dialettica dell'illuminismo dedicato all'incontro di Ulisse con le sirene rappresenta il drammatico rovesciamento degli ideali dell'illuminismo.
• Ulisse si fa legare all'albero della nave e tappa le orecchie dei suoi compagni per resistere al canto delle sirene e continuare il suo viaggio di ritorno a Itaca. Questo è interpretato da Horkheimer e Adorno come una metafora della repressione nella civiltà borghese occidentale.
• Ulisse e i marinai, in modi diversi che riflettono le differenze di classe, sono costretti a reprimere il loro impulso al piacere e ad obbedire al dovere.
• Rispetto a Marx, Horkheimer e Adorno hanno una visione decisamente pessimistica. Horkheimer si allontana progressivamente dal marxismo e riconosce che la realtà storica non ha portato alla liberazione, ma a un mondo oppresso dalla tecnica e dall'organizzazione burocratica e sociale.
• Secondo Horkheimer, i concetti di giustizia e libertà sono dialettici: se si vuole conservare l'uguaglianza, si deve limitare la libertà, e viceversa. Non è possibile raggiungere la piena uguaglianza senza ridurre l'autonomia individuale.
• Horkheimer si apre anche a una dimensione teologica, concependo Dio come un'aspirazione verso cui tendere. L'esistenza di Dio rappresenta la speranza che l'ingiustizia non sia l'ultima parola nonostante il dolore del mondo.
• L'ultima fase del pensiero di Horkheimer si caratterizza per questa apertura verso l'aspetto teologico e la ricerca di una speranza oltre l'ingiustizia.



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